Ultima modifica: 14 febbraio 2021

Manifesto ArAl-DDI- Parte 3: Gli oggetti ArAl-DDI. La struttura dei trenini. Le guide.

Ogni ‘trenino’ è formato da una ‘LOCOMOTIVA’ (un video) e da uno o più ‘VAGONI’ (presentazioni powerpoint):

1) LA LOCOMOTIVA-VIDEO (lunghezza media 3 minuti)
Costituisce un’introduzione all’attività proposta, svolge il ruolo dell’insegnante che in classe presenta l’attività che intende svolgere e motiva gli alunni destando curiosità e interesse. I video realizzati sinora sono di tre tipi:
(a) video rivolti ad alunni di 6-9 anni: hanno per protagonisti due personaggi – la scimmietta Maraki e l’orsetto Pippo – che sono animati dall’autrice (hanno una durata media attorno di 3 minuti);
(b) video muti realizzati da insegnanti (durata media 1 minuto),
(c) video tratti dalla rete dagli insegnanti autori del trenino.
Altre locomotive per futuri trenini potranno essere scelte o costruite secondo lo stile proprio dell’insegnante-autore e sulla base dell’età degli allievi ai quali sono rivolte.

2) I VAGONI – PRESENTAZIONI POWERPOINT O SIMILI
Il numero dei vagoni di ogni trenino varia a seconda delle intenzioni dell’insegnante; indicativamente, sulla base delle attuali esperienze, è compreso fra un minimo di tre e un massimo di cinque.
Ogni vagone è costituito da non più di dieci slide, ognuna delle quali contiene una situazione problematica caratterizzante una fase del percorso che l’insegnante intende sviluppare attraverso il trenino completo. Ogni slide può contenere link a questionari o a video; propone l’esplorazione di una situazione aperta che, mentre sollecita gli alunni ad osservare, descrivere, ‘pensare ad alta voce’, cerca nello stesso tempo di conservare il ‘profumo’ del gioco.
Nella fase della progettazione l’insegnante, o il gruppo di insegnanti di scuole che collaborano con il progetto ArAl, che intendano avviare la progettazione di un trenino nuovo su un tema ArAl di loro interesse o un ampliamento o un approfondimento di uno dei trenini esistenti, terranno come traccia la struttura dell’Unità di riferimento. Potranno usufruire, sin dall’impostazione del trenino, della consulenza di esperti del progetto.
Molto importante: ogni slide va costruita in modo da prefigurarsi come un’attività a-didattica. Questo costrutto fa parte della Teoria delle situazioni di Guy Brouseau; in una situazione a-didattica l’intenzione del docente, contrariamente a quanto accade normalmente, non viene esplicitata. Gli alunni si pongono come soggetti attivi di fronte al compito ed esplorano la situazione liberamente, scegliendo l’argomentazione e la modalità della rappresentazione (in linguaggio naturale, matematico o misto). Sanno che l’insegnante porrà a confronto le strategie – che essi avranno il compito di interpretare argomentando sulla loro qualità – e li guiderà poi a ricomporre le attività in un quadro unitario rispetto ai temi in gioco. Il costrutto ‘situazione a-didattica’ è strettamente collegato a quello di devoluzione (ancora di Brousseau): un processo dinamico in cui l’insegnante ‘consegna agli allievi l’obiettivo cognitivo’; essi, a loro volta, si assumono la responsabilità di impegnarsi nella soluzione del problema proposto affinché esso diventi, in modo sostanziale, un loro problema.

3) LA GUIDA PER L’INSEGNANTE
Questo strumento supporta gli insegnanti che fruiscono di un trenino soprattutto sul piano della gestione delle argomentazioni e della rappresentazione in linguaggio aritmetico o algebrico delle situazioni problematiche. Com’è noto, la maturazione della capacità di argomentare è una delle chiavi di volta del progetto ArAl, per questo è parso importante far seguire ogni situazione presentata in una slide dalla richiesta di argomentare la risposta al quesito (l’invito è esplicitato in una casella rossa alla base di ogni slide). L’argomentazione dovrebbe diventare sempre più articolata e completa man mano che il grado di difficoltà delle situazioni proposte aumenta e gli alunni acquistano dimestichezza con la pratica della discussione collettiva.
Per ogni situazione problematica vengono proposte due tipologie di commenti:
• delle indicazioni di metodo per l’insegnante (scritte in corsivo);
• una possibile argomentazione-tipo, che in genere non tiene conto dell’età dell’alunno o degli alunni che la organizzano.

4) IL MICRODIARIO
Ogni insegnante, nel redigere il suo microdiario, qualunque sia il tema che sceglie di sviluppare:

  • si concentra sugli aspetti linguistici: promuove l’argomentazione, favorisce lo scambio tra pari, limita i propri interventi, fa attenzione a ciò che dice ogni alunno;
  • registra una lezione (30’);
  • trasferisce nel format del diario ArAl 5-10’ di registrazione;
  • scrive i suoi commenti prima di inviare il microdiario; non si limita a commenti ‘locali’ ma esprime il proprio punto di vista sull’episodio tenendo conto di questi spunti:
    • Attraverso quali segnali un lettore dovrebbe cogliere nel microdiario ‘l’approccio ArAl’?
    • Cosa emerge di significativo in tal senso, pur attraverso così poche righe, sul piano dell’argomentazione e della conduzione della discussione?
    • Quali spunti di riflessione dà il microepisodio agli insegnanti che lo leggeranno?
  •  si impegna a leggere anche gli altri microdiari che riceve;
  • ogni insegnante, prima di proporre l’attività, scrive brevemente cosa si aspetta che succeda pensando a:
    • quali competenze ArAl si propone di attivare?
    • quali strategie risolutive potrebbero usare gli alunni?
    • quali errori o quali difficoltà si aspetta?
  • All’inizio del microdiario inserisce le sue attese.
  • Conclude con una riflessione su come sono andate le cose rispetto alle attese.