Ultima modifica: 15 maggio 2020

2. Il ruolo delle famiglie (degli alunni più giovani, ma forse non solo)

Sinora il progetto ArAl è l’unico, a nostra conoscenza, a porsi il problema dei genitori nella costruzione degli oggetti DaD rivolti soprattutto agli alunni più giovani, quindi sembrerebbe un campo tutto da esplorare. Si ritiene necessario che la scuola non abdichi alla propria funzione formativa muovendosi, come in molti casi succede, in modo e disorganizzato offrendo stimoli, magari interessanti e coinvolgenti, ma lasciando di fatto libertà ad alunni e famiglie di accoglierli o meno, o rischiando che si ritorni ad esercizi di vecchio stampo, oramai in buona parte superati. Riportiamo a questo proposito quanto scrivono due ricercatori, Bakker e Wagner (2020), a proposito delle ricadute della pandemia sul mondo dell’educazione:
‘Diversi colleghi temono che la rapida adozione delle nuove tecnologie porterà a ripiegare su metodi pedagogici poco validi, ad esempio la pura trasmissione di conoscenze o il lassismo della scoperta non adeguatamente indirizzata’.

In questo momento gli insegnanti non possono essere fisicamente vicini alle classi. Si ritiene che gli oggetti da progettare e da inviare agli alunni, per essere efficaci debbano, con le cautele necessarie e tenendo conto degli ostacoli, coinvolgere le famiglie nel processo educativo come mediatori fra gli insegnanti e i loro figli. Questo, soprattutto trattandosi, come nel nostro caso, di una didattica innovativa nei confronti della quale le famiglie sono quasi del tutto sprovviste di elementi culturali di riferimento (per esempio, quale atteggiamento tenere nei confronti degli ostacoli e degli errori del figlio).

In primis, i genitori non si rendono conto, in genere, di quanto un buon uso della lingua italiana favorisca l’apprendimento della matematica, e vanno ‘educati’ in questo senso. Si tratta di fornire agli adulti indicazioni semplici e chiare sulle competenze in gioco e sull’atteggiamento da tenere nei confronti dei bambini, di sostegno, ma non di ingerenza nell’attività, e in seconda battuta di dare ai bambini consegne di lavoro che implichino una loro riflessione autentica sulla situazione proposta, che li inducano ad esprimere in forma compiuta idee ed ipotesi, a fornire delle risposte, in qualche modo a giustificarle e ad inviarle al docente. Naturalmente ciascun docente o gruppo di docenti, conoscendo la situazione degli alunni e delle famiglie delle proprie classi, deciderà quali obiettivi porsi e a che cosa mirare nel presentare le proprie proposte.

Un aspetto che si è ritenuto necessario affrontare è anche quello che abbiamo chiamato ‘ricostruzione a casa dell’effetto aula’ (la famiglia favorisce la puntualità, procura i materiali necessari, predispone un ambiente che favorisca la concentrazione, evita elementi di disturbo, promuove l’autonomia). Per favorire questo compito delicato, è stato inviato un video ai genitori delle classi interessate dal Progetto.

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