Ultima modifica: 22 maggio 2015

Linguaggio (matematica come)

Il linguaggio simbolico della matematica è estremamente sintetico e concentra in pochi segni una grande ricchezza di significati. Il passaggio dal linguaggio naturale al linguaggio matematico, essenziale nell’apprendimento della matematica, non è immediato, e richiede un lungo esercizio e un’attuazione molto graduale. Il linguaggio naturale è più esplicito, possiede parole che sono sinonimi, una grande ricchezza di interpretazioni si può ottenere attraverso sfumature di significati da attribuire ai termini stessi. Il linguaggio matematico, con tutti i suoi simboli, sempre più sintetico, man mano che si evolve, rappresenta inizialmente un ostacolo alla lettura e alla comprensione.
Esso presenta però anche dei vantaggi: il simbolo possiede una universalità che le parole non hanno, anche bambini che parlano lingue diverse possono trovare momenti di condivisione di esperienze comunicative proprio attraverso l’uso del linguaggio matematico (v. Unità 1: Brioshi e l’approccio al codice algebrico).
Inoltre il linguaggio simbolico possiede una potenza nello sviluppo del pensiero, che il linguaggio naturale non ha.
Se ad esempio scrivo un generico numero dispari come 2n+1, (con n generico numero intero), potrò operare una serie di ragionamenti sulle proprietà dei numeri dispari e sulle relazioni di questi con altri numeri, cosa che la lingua non mi consente. Il linguaggio simbolico diventa così mediatore di messaggi e di significati e svolge un importante ruolo nella comunicazione e nella socializzazione della conoscenza.

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