Ultima modifica: 23 luglio 2015

Cerco di favorire la discussione, ma mi sembra che non decolli mai

(Unità 12, FAQ-D 3, pag 22

L’insegnante di frequente realizza una pseudo-discussione, cioè un insieme di ‘frammenti di discorso’ che spesso non si cura di ripercorrere con la classe per riorganizzarli in una costruzione organica di pensiero. Il rischio è che la conoscenza venga costruita sì collettivamente, ma senza una reale condivisione, perché ogni alunno aggiunge piccole porzioni di sapere locale ad un insieme che non controlla nella sua unitarietà. A volte infatti l’insegnante ritiene in buona fede di avere svolto delle ‘discussioni’ solo perché ha curato la partecipazione della classe e ha dato la parola a tutti. Il favorire la quantità degli interventi – in una prospettiva ‘democratica’, di garanzia della partecipazione di tutti, di per sé lodevole – avviene a scapito della qualità del sapere: la ‘discussione’ diventa una prolungata sequenza di affermazioni, non di rado scollegate fra loro, che hanno come referente unico il docente, e nasce così la sensazione di non arrivare da nessuna parte. Invitiamo quindi a riflettere su alcuni aspetti che possono favorire il ’decollo’ della discussione: (a) la sua preparazione, (b) la sua gestione, (c) il suo riesame a tavolino.
Esaminiamoli nel dettaglio:
(a) la preparazione: si consiglia di ipotizzare, in riferimento a un dato compito, un canovaccio di discussione in cui si prevedano percorsi possibili e tempi e modi per dare spazio al confronto e al coagulo delle idee;
(b) la gestione: nell’attuazione delle discussioni è importante che l’insegnante cerchi, pur tenendo conto dei contributi di tutti, di imbrigliare la dispersività degli interventi e di promuovere lo sviluppo delle argomentazioni e la capacità degli alunni di porsi in relazione con quelle degli altri;
(c) il riesame: un esercizio molto utile consiste nel riesaminare audioregistrazioni (se possibile delle videoregistrazioni) di quanto è avvenuto nella classe osservando criticamente il proprio ruolo (i diari ArAl sono funzionali a questo obiettivo): se ci si astiene dal ‘botta e risposta’, se si stimola la comunicazione ai compagni dei propri processi di pensiero e delle proprie conoscenze, se si guida la riflessione collettiva sulla qualità dei vari interventi esaminandone concordanze, dissonanze o contrapposizioni, se si cura il raccordo fra gli interventi e una rete di conoscenze condivise.

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